sabato 31 luglio 2010

Davanti e dietro

E' stato perfetto fare un'incursione a Cosenza, la città dove ho vissuto ma che non ho mai conosciuto. Come perlustrare un luogo mai visto, mai visto con occhi attenti.
E' solo l'inizio.

Mi sono soffermato sul davanti e sul dietro, su luoghi visibili e luoghi meno visibili, luoghi di grande passaggio e luoghi dimenticati, dove si celano le cose molto più facilmente.
















Incompletezze













Soglie futuristiche




Continua.........................

venerdì 30 luglio 2010

The Broken Map


Pantelleria

Nell'Isola di Pantelleria il paesaggio antropico non invade quello naturale, convive e lo protegge: Strutture circolari (Giardini Panteschi) realizzate con pietre a secco che potreggono la pianta di agrumi, portatori di vitamine, dal vento.
Dammusi (le abitazioni) che con la loro architettura seguono andamenti e caratteristiche del paesaggio.
E' la non invasione antropica della natura..

mercoledì 28 luglio 2010

Spazio e Luogo, una prospettiva umanistica

"Il senso del luogo non è forse mai così acuto come quando uno è nostalgico, e si è nostalgici solamente quando non si è più a casa. La perdita del luogo non ha bisogno di essere reale. La minaccia della perdita è sufficiente. Gli abitanti sanno che il loro mondo ha un’identità ed un confine quando si sentono minacciati. Noi dobbiamo il nostro senso di essere non solo a forze sostenitrici ma pure a quelle che pongono una minaccia. L’essere ha un centro ed un margine: le forze che lo sostengono nutrono il centro mentre le forze che minacciano rafforzano il margine".

Da “Spazio e Luogo, una prospettiva umanistica” di Yi-Fu Tan

(Alessandra Sini)

domenica 25 luglio 2010

ZIMMERFREI. Memoria Esterna

Memoria Esterna is a particular documentary where oral narrations are put in relationship with images filmed in the exact place where the stories took place. The result is a partial and unpredictable archive of personal perceptions of the geography of the city of Milan.

Via Vitruvio
Stazione Centrale
Quarto Oggiaro
Martesana
Disco Pervert

1703

Daniel Stoopendal, mappa di Milano. 1703




domenica 18 luglio 2010

IQUITOS... città alla deriva

Isolazione da un territorio del territorio stesso...
Possesso inesistente nella ricerca di un sitio e di un luogo in cui riconoscersi.
Conoscere-Riconoscere...
Giocando con una città mi perdo nelle vie che diventano acqua e non c'è strada solo rio, è deriva e mi faccio trasportare; non focalizzando lo sguardo perdo la direzione e trovo lo spazio della scoperta...
E le case non hanno pareti, una mixtura di stili e generi differenti mi comunicano emozioni e sensazioni, case basse di cemento, di legno, colorate e non, case non case...
E mi perdo nelle vie di una città che sembra non avere un ordine urbanistico, una città che ad ogni angolo appare nuova e il non conoscerla spaventa fino a quando non mi pongo in una posizione "meta": provando a non focalizzare la mia attenzione verso un obbiettivo cerco di farmi portare dalla mappa dei particolari che colpiscono il mio interesse... e mi faccio sorprendere da strade che terminano inaspettatamente...

venerdì 16 luglio 2010

Concatenamenti e territori

"Ogni concatenamento è innanzitutto territoriale. La prima regola concreta dei concatenamenti consiste nello scoprire la territorialità che essi avvolgono, perchè ce n'è sempre una [...]Il territorio eccede contemporaneamente l'organismo e l'ambiente, e il rapporto fra i due". (Deleuze, Guattari, I Mille Piani. Capitalismo e Schizofrenia)

Il territorio include il concetto di possesso. Un'ambiente è territorio quando un soggetto percepisce tale ambiente come proprio oppure appartenente ad un altro soggetto.
Questo concetto di "proprietà", questa percezione di possesso, che può mescolarsi, sovrapporsi o anche scontrarsi con altre percezioni, mi pare un interessante concetto antropologico.
Quali percepisco come miei territori? Quando e perchè comincio a percepire territori franchi come appartenenti a me stesso o ad altri soggetti?
Di sicuro percepiamo come territoriali i luoghi della nostra casa, luoghi che abitiamo abitualmente (non a caso l'etimologia è la stessa), ma in che modo e attraverso quali forme rituali territorializziamo nuovi ambienti?
La performance è senz'altro un rito che territorializza un certo ambiente, rendendolo territorio della performance stessa e dei suoi attori.
Come avviene questo processo nella vita quotidiana? Quanto spesso accade?
Il territorio oggi si estende anche nel virtuale. Si aprono molte altre domande.

giovedì 15 luglio 2010

Deriva Romana

Mi pongo in osservazione. Un'osservazione che non passa per gli occhi, una sinergia dei sensi piuttosto.
Tutto è incasellato, predisposto, diviso, spesso in numeri pari.
Finestre, colonne, mattoni, sanpietrini, un'architettura di divisioni.
Il disordine di Roma è l'accumulazione di passati e presenti, è l'abitudine dei romani di aggiustare, riadattare, deviare.
Non c'è matematica, non c'è progettazione, tutto sembrerebbe risultare dalla stratificazione, tutto sembra la casuale cristallizzazione di un momento.
Come in tutte le città e le metropoli, moltissimi flussi si sovrappongono, di differenti materie, animati o inanimati.
Come i centinaia di uccelli nomadi arrivati a creare le loro configurazioni coreografiche nei cieli, o come le città intricate di topi e insetti nel sottosuolo.
Flussi di acque da millenni scorrono sotto e dentro la città, talvolta sgorgando dalle fontane come un'esplosione di piacere, l'occhiolino edonico di una città, che come i suoi cittadini non può contenere la sua energia fluida e violenta.
Sciami di carrozzerie grigie e blu delineano percorsi caldi e orari caldi e il fortunato nomade, come me, alla deriva, scopre migliaia di possibili percorsi intorno alle arterie che conosce da anni.

mercoledì 14 luglio 2010

Lucca. Brevi note dopo 5 ore di permanenza

A Lucca ci sono edifici concavi.
Curve, non spigoli.
Se si girovaga senza direzione precisa non ci si perde, non si va alla deriva, non si esce, piuttosto si gira in tondo.
Poi, solo poi, ho scoperto com'è la struttura della città



In realtà, la pianta è rettangolare.

martedì 6 luglio 2010

Luogo comune

- Il nome lo sapevo, soltanto che non l’avevo vista.
- Non l’hai vista perché non sai guardare. E non sai guardare perché non conosci i nomi. […]
- Lo vedi, come restano nascoste le cose di tutti i giorni? Perché non sappiamo come si
chiamano [...]
- Le cose di ogni giorno rappresentano la coscienza più trascurata. Questi nomi sono vitali per il tuo progresso. Cose quotidiane. Se non fossero importanti, non useremmo una parola così splendida di derivazione latina. Ripetila, - mi intimò.
- Quotidiano.
- Una parola straordinaria che suggerisce la profondità e la portata del luogo comune.

Don DeLillo, Underworld